cosa prevede il decreto siccità

L’estate del 2023 ha portato una svolta significativa nel panorama normativo italiano con l’introduzione del cosiddetto decreto di siccità. La legge, emanata il 13 giugno 2023, rappresenta una risposta tangibile alla crescente minaccia della scarsità idrica, fornendo un quadro normativo mirato a potenziare le infrastrutture idriche e ad aumentare la resilienza dei sistemi idrici ai cambiamenti climatici. Ecco cosa prevede il Decreto Siccità e come questo modifica agisce sulle modalità di trattamento delle acque reflue.

Con questo decreto, il legislatore ha adottato una serie di misure specifiche volte a semplificare le procedure autorizzative e ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture idriche. Tra le principali disposizioni, vi è l’implementazione di un regime semplificato per le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture idriche, che si rifà al modello del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Questo modello, inserito nel contesto più ampio delle strategie di sviluppo economico e ambientale, mira a favorire un uso più efficiente e sostenibile delle risorse idriche.

Cosa prevede il Decreto Siccità

Un punto chiave del decreto è l’attenzione dedicata al riutilizzo delle acque reflue, che rappresenta una risorsa preziosa per il nostro Paese. Tra le misure previste, vi è l’istituzione di un regime semplificato per il riutilizzo delle acque reflue depurate per uso irriguo, nonché la possibilità di realizzare liberamente vasche di raccolta di acque meteoriche per uso agricolo. Queste disposizioni non solo contribuiscono a ridurre gli sprechi di risorse idriche, ma anche a promuovere pratiche agricole più sostenibili e resilienti.

Inoltre, il decreto prevede l’introduzione di notevoli semplificazioni nella realizzazione degli impianti di desalinizzazione, offrendo un ulteriore strumento per affrontare la siccità e garantire un approvvigionamento idrico sicuro e affidabile.

Per garantire l’efficace attuazione delle misure previste, il Decreto prevede l’istituzione di una “cabina di regia” e la nomina di un Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica. Questi organismi avranno il compito di coordinare tutte le iniziative volte al potenziamento e all’adeguamento delle infrastrutture idriche, garantendo un monitoraggio costante sul corretto utilizzo delle risorse.

Tuttavia, il decreto non si limita a fornire incentivi e agevolazioni, ma prevede anche sanzioni amministrative e pecuniarie per chi deriva o utilizza acqua pubblica senza un regolare provvedimento autorizzativo. Questo è un segnale chiaro dell’importanza attribuita alla tutela delle risorse idriche e alla necessità di promuovere un uso responsabile e sostenibile delle stesse.

In conclusione, il decreto siccità rappresenta una risposta concreta e mirata alla sfida della scarsità idrica, offrendo nuove opportunità per l’industria e la società nel loro complesso.

Come modifica il trattamento delle acque reflue

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